
Per la mia gente qualsiasi componente di questa terra è sacro. Qualsiasi ago splendete di pino, qualsiasi sponda sabbiosa, qualsiasi nebbia nell’oscurità dei boschi, qualsiasi radura erbosa, qualsiasi insetto ronzante, è santo nella memoria del mio popolo.” “Sappiamo che l’uomo bianco non comprende il nostro sistema di vita. Per lui un pezzo di terreno è lo stesso di un altro, la terra è sua nemica, non sua sorella, e quando egli l’ha conquistata, continua per la sua strada. Egli abbandona la tomba di suo padre e dimentica il diritto di nascita dei suoi figli.”
“Non vi è alcun posto tranquillo nelle città dell’uomo bianco, nessun luogo ove si possano ascoltare lo stormire delle fronde in primavera o il ronzare delle ali degli insetti. Ma forse è soltanto perché io sono un selvaggio e non comprendo, mi sembra che il frastuono delle città offenda le orecchie. Quanto vale la vita se un uomo non può udire di notte il grido del succiacapre o il gracidare delle rane in uno stagno?”
“Quando i bisonti saranno stati tutti sterminati, i cavalli selvaggi tutti domati, quando gli angoli segreti delle foreste saranno invasi dall’odore di molti uomini, e la vita delle colline sarà oscurata dai fili che parlano, allora l’uomo si chiederà: dove sono gli alberi e i cespugli? Scomparsi! Dov’è l’aquila? Scomparsa!
E cosa significa dire addio al rondone e alla caccia, se non la fine della vita e l’inizio della sopravvivenza?”